Il 2013 è stata una buona annata per i boschi toscani, perlomeno per quanto riguarda l'assorbimento di carbonio dall’atmosfera. Il bilancio annuale dello scambio netto di CO2 da parte delle foreste (NEE) fa infatti chiudere l'anno al 4° posto nella classifica degli anni migliori dal 1996, con 11.3 MtCO2 sequestrate, quasi il 21% in più rispetto alla media del periodo 1996-2008, pari a 9.3 MtCO2. Le formazioni boschive sono riuscite, in questo 2013, a mantenere una buona attività fotosintetica sfruttando al meglio le piogge occorse durante il periodo invernale-primaverile e le temperature favorevoli che si sono protratte fino ai primi mesi autunnali, contenendo al minimo gli effetti negativi del più caldo periodo estivo e delle ondate di calore. Interessante notare che alcune formazioni forestali, tra cui porzioni limitate dei boschi dell’Appennino fiorentino e pistoiese, ad autunno mostravano ancora gli strascichi della lunga siccità del 2012. Il bollettino di autunno Il Bollettino Ottobre-Dicembre 2013 mostra come le foreste toscane hanno reagito alle condizioni meteorologiche del periodo, sia relativamente alla fotosintesi che alla respirazione e allo scambio di CO2 e acqua. La quantità di CO2 utilizzata dai boschi toscani per la fotosintesi (GPP - Gross Primary Production) tra Ottobre e Dicembre è stata generalmente superiore rispetto alla media del periodo di riferimento (1996-2008). Le formazioni con l’incremento più alto sono state le querce decidue ed i castagneti (+13%). Tale aumento generale è dovuto al fatto che le piante hanno risentito delle temperature più alte che hanno caratterizzato il trimestre. Per quanto riguarda il flusso di carbonio netto di tutto l’ecosistema (NEE, Net Ecosystem Exchange), tutte le specie hanno avuto in questi tre mesi una diminuzione dei processi di accumulo a carico di tutte le classi forestali, con una media di -47% e picchi di quasi -90% per le faggete. Il lavoro rientra nell'ambito della contabilizzazione regionale degli assorbimenti di CO2 da parte delle foreste toscane. Il risultato è ottenuto grazie all’utilizzo di tecnologie innovative capaci di misurare i flussi di carbonio tramite modellizzazione (Biome-BGC+C-Fix), integrata con dati telerilevati ed ancillari (mappe di suolo, volume, meteorologiche, ecc.). La possibilità di monitorare quasi in tempo reale l’andamento degli scambi gassosi tra vegetazione ed atmosfera di un’intera regione con un dettaglio elevato ha un’importanza rilevante in quanto permette di avere un quadro generale dello stato delle foreste e di individuare quali tipologie possono essere più vulnerabili alle variazioni climatiche e quali, invece, sono più “resilienti”. Scarica il Bollettino Ottobre-Dicembre 2013 (contiene anche la sintesi dell'anno 2013) Vedi anche l'archivio dei Bollettini trimestrali degli assorbimenti forestali