Nuovo record negativo per i ghiacci dell'Artico dove la fusione della banchisa è stata tale da battere il minimo assoluto registrato nel settembre 2007. Secondo quanto rilasciato Lunedì 27 Agosto dal U.S. National Snow and Ice Data Center, l'organismo statunitense incaricato di monitorare lo stato di neve, ghiacciai e aree polari, il ghiaccio marino che ricopre l'Artico si è ristretto ad un'estensione di 4,10 milioni di chilometri quadrati, 70.000 km quadrati in meno rispetto al 2007, record minimo da quando sono cominciate le misure da satellite nel 1979. Ghiaccio marino artico: confronto tra minimo del 2007 e situazione attuale (26/08/2012) Estensione della copertura ghiacciata artica E la fusione dovrebbe proseguire ancora nelle prossime settimane fino alla fine della stagione calda, tra metà e fine settembre, quando solitamente l'estensione del pack artico raggiunge il suo minimo. A fine settembre si attende quindi il nuovo record negativo per la banchisa, che purtroppo va ad aggiungersi ad una lunga serie: gli anni più poveri di ghiaccio marino sono stati proprio gli ultimi sei, 2012 compreso. La fusione della banchisa allarma scienziati e ambientalisti, dato che l'Artico svolge una importante funzione regolatrice del clima globale, soprattutto per mezzo dell'effetto "albedo". Ma cosa ha comportato un tracollo così rapido del pack artico nel mese di Agosto? Con molta probabilità l'improvvisa accelerazione della fusione (quasi raddoppiata rispetto all'ultima settimana di Luglio) va attribuita all'eccezionale tempesta registrata i primi del mese. Il 6 agosto, infatti, un minimo da 964 hPa ha raggiunto il cuore del Polo Nord insistendo in loco per più giorni; ciò ha prodotto venti fortissimi che hanno letteralmente fatto a pezzi una vastissima porzione di banchisa periferica, quindi molto sottile e facilmente frantumabile. I pezzi di pack, allontanati dal centro del Polo, si sono trovati alla deriva in acque decisamente più calde e qui sono fusi rapidamente. Probabilmente venti anni fa, in presenza di un pack più spesso e vasto, gli effetti della tempesta sarebbero decisamente meno drammatici. Nel 2007 la causa principale della fusione fu l'anomala persistenza dell'alta pressione sul Mare di Beaufort che per due mesi richiamò verso il Polo venti caldi dallo stretto di Bering favorendo, nel contempo, la deriva di ampie porzioni di banchisa dal cosiddetto "Fram Strait". Da allora il ghiaccio marino estivo è diventato estremamente vulnerabile. Per invertire la tendenza ci vorrebbero anni di venti convergenti verso il centro del Polo e di temperature al di sotto della media, evento che ad oggi appare assai improbabile. Info e dati su: Arctic Sea Ice news