La siccità in Somalia è davvero eccezionale? Un'analisi meteo.
Consorzio
La siccità in Somalia è davvero eccezionale? Un'analisi meteo. Consorzio

Secondo la Nazioni Unite quella in Somalia è la più grave emergenza umanitaria degli ultimi 60 anni. Oltre 11 milioni di persone necessitano di assistenza alimentare. I numeri della crisi crescono di giorno in giorno e le agenzie umanitarie lamentano la carenza di fondi sufficienti ad affrontarla.  
Sono diverse le cause dietro alla carestia che sta piegando il Corno d’Africa, e che coinvolge in particolare Somalia, Etiopia, Kenya, Gibuti e Eritrea: la scarsità delle precipitazioni degli ultimi due anni, l’innalzamento del prezzo di cibo e acqua e i combattimenti in Somalia. I raccolti vanno perduti e il bestiame, che muore per sete e fame, è più che dimezzato. La carenza di generi alimentari ha fatto salire enormemente i prezzi e oggi una famiglia Somala, che prima viveva dignitosamente con la pastorizia, ora vive con l’incubo della fame.
La siccità è certamente una componente centrale di questa situazione, per capirne meglio la genesi la dinamica presentiamo un contributo con un'analisi delle componenti meteo climatiche che l’hanno determinata e quali possono essere gli scenari futuri.

Inquadramento meteo-climatico

Tra le cause della siccità che sta interessando l’Africa orientale da mesi, va citata sicuramente l’anomalia climatica di El Niño, ola Nina meglio dell’ENSO, El Niño Southern Oscillation che si sviluppa nel Pacifico. El Niño è un fenomeno, quasi ciclico, associato al riscaldamento (anomalia positiva) delle acque dell’oceano Pacifico al largo delle coste del Perù, mentre il suo contrario, noto come La Niña, è un raffreddamento (anomalia negativa) che si dispone lungo la parte centrale ed equatoriale dell’Oceano. Entrambe sono capaci, per la grande quantità di energia in esse coinvolta, di alterare significativamente la circolazione generale dell’atmosfera, ognuno in maniera diversa, e le precipitazioni su vaste porzioni del nostro Pianeta anche a grande distanza da dove queste anomalie si generano.
Quest anno si è registrato un fenomeno de La Niña particolarmente intenso, sviluppatosi da giugno 2010 fino a maggio 2011, tanto da porsi al secondo posto (solo dietro al 1974) nella classifica degli eventi più intensi dal 1970 ad oggi (secondo l’indice MEI che stima sia la componente oceanica che quella atmosferica).  (Immagine NASA Earth Observatory La Nina 2011)

Un effetto così prolungato ha fatto si che le ripercussioni in termini di anomalie negative di precipitazione sul versante orientale dell’Africa, si siano intensificate proprio a partire da Maggio in Africa, facendo raggiungere l’apice in termini di impatto negli ultimi mesi.
Le relazioni tra le varie fasi dell’ENSO, meglio note appunto come El Niño e La Niña, erano note da tempo ma hanno trovato una nuova forte conferma scientifica in recenti lavoro dove alcuni studiosi hanno esteso temporalmente l’analisi di tale relazione utilizzando informazioni paleo climatiche chiarendo sia le modifiche passate sia confermando il quadro concettuale di alcune proiezioni climatiche future.
Uno degli studi in questione è stato da poco pubblicato su Science, e conferma la possibile attribuzione dell'attuale siccità all'intenso fenomeno di La Niña tra giugno 2010 e maggio 2011 nel Pacifico. L'aumento e la diminuzione delle precipitazioni nella regione tropicale orientale trovano infatti una perfetta corrispondenza con l'andamento dell'ENSO e, secondo lo studio, questo legame è evidente almeno da 20.000 anni.  
Proprio perché i climatologi sono a conoscenza di questa associazione, l’allerta di una imminente siccità era stata lanciata già un anno fa. Lo conferma Chris Funk che fa parte del Famine Early Warning Systems Network (FEWS NET), a cui è affidato il monitoraggio dell’allerta precoce . Funk afferma  che i climatologi avevano previsto la scorsa estate l'arrivo de La Niña e i ricercatori del FEWS avevano quindi lanciato un pre allarme dato che è nota la correlazione con un periodo autunnale di siccità nel Corno d'Africa. In una zona economicamente e socialmente a rischio come quella, se ad uno scenario di scarsità di piogge si accompagna anche una congiuntura economica critica dettata dal forte rialzo delle derrate agricole era largamente prevedibile che la siccità significasse essenzialmente carestia.

Piogge e siccità

E’ il secondo anno che le piogge scarseggiano sulla regione. La siccità in corso è visibile dall’area rossa presente sulla mappa che mostra l’anomalia nell’umidità relativa superficiale tra luglio 2011 rispetto alla media degli 8 anni precedenti (2003-2010), misurata dai sensori Atmospheric Infrared Sounder (AIRS) montato sul satellite Aqua della Nasa.

L’umidità relativa superficiale è la misura della percentuale di vapor d’acqua presente in aria vicino al suolo, dove vivono piante e animali. Le zone arancioni e rosse, che sono quelle più secche, si trovano nelle aree Nord orientali, moderatamente aride le regioni verso il medio Oriente. In regioni che sono già strutturalmente aride una diminuzione del 15% dell’umidità relativa significa uno stress enorme per lo sviluppo delle colture che spesso seccano irreparabilmente mandando in fumo il raccolto.

L’andamento siccitoso recato dalla diminuzione delle piogge è riconoscibile visivamente anche dalla mappa dell’indice SPI (Standardized Precipitation Index o Indice Standardizzato di Precipitazione).
L’immagine mostra l’anomalia di SPI su tutta l’Africa nel Luglio 2011.

L’SPI è un indice molto utile che serve a quantificare proprio lo stato di siccità attuale di un territorio basandosi direttamente sul cumulato di piogge, e fornisce una misura del deficit o del surplus di precipitazione su diverse scale temporali, 1, 3, 6, 9, 12 o 24  mesi.  Nell’immagine il colore marrone scuro indica che siamo stati di fronte ad un deficit di pioggia molto intenso nel Luglio 2011 rispetto al valore medio della regione.

Le scale temporali dell’SPI contengono informazioni diversificate per le diverse componenti di un territorio che possono subire un impatto. Anomalie profonde di SPI su scale temporali grandi indicano siccità molto profonde, cui corrispondono via via carenze di disponibilità d’acqua più importanti, come la carenza nel sottosuolo, nei fiumi e nei bacini (visibili generalmente su scale di 6-12-24 mesi).
Come mostra l’immagine dell’SPI su 9 mesi a livello globale, oltre alla zona marrone scura del Corno d’Africa ne compare una anche nel Sud degli Stati Uniti che è stato interessato da una siccità molto intensa, ovviamente con conseguenze ben diverse.

Siccità negli USA

Il Drought Monitor degli Usa informa che solo nel Texas la siccità, invernale ed estiva, è costata agli agricoltori e allevatori 2,6 miliardi di dollari, la produzione di grano è fortemente diminuita per cui ci si attende un ulteriore impatto sul rialzo dei prezzi, ma non si contano chiaramente morti per fame. 
 
Entrambe gli episodi sono però riconducibili alla stessa anomala attività de La Niña, come confermerebbero le analisi climatologiche che mostrano bene come nei periodi di anomalia negativa dell’ENSO (Niña)  corrisponde sempre una certa siccità nel Sud degli Stati Uniti (vedi immagini successive). Ma come già affermato, gli stessi deficit idrici hanno conseguenze di portata ben diverse nei due paesi
 

concludendo ...

La siccità non è una novità in Africa, e soprattutto non lo è in quella particolare regione. Ad essere cambiata è semmai la frequenza degli eventi. Se prima si verificava una criticità ogni 10 anni circa, in seguito queste mostrano una frequenza molto più breve tanto che negli anni Ottanta si sono registrati eventi ogni 5 anni e, addirittura, negli anni Novanta la frequenza è stata ogni due, tre anni. Dal 2000 ad oggi ci sono stati ben 3 episodi siccitosi intensi accompagnati da diversi altri periodi secchi, quello in corso è solo l'ultimo e nemmeno il peggiore dal punto di vista climatico. E come abbiamo visto, era comunque perfino prevedibile. Come dire che sebbene sia vero che il clima sta diventando più caldo e secco, non sono il clima e i suoi cambiamenti la sola vera causa di questa situazione drammatica.

Occorre ampliare di molto sguardo.