Assorbimenti forestali di CO2 - Inverno 2012
Assorbimenti forestali di CO2 - Inverno 2012

Il Bollettino Gennaio-Marzo 2012 mostra come le foreste toscane hanno reagito alle condizioni meteorologiche del periodo invernale, sia relativamente alla fotosintesi che alla respirazione e allo scambio di anidride carbonica (CO2) e acqua.

La quantità di CO2 utilizzata dai boschi toscani per la fotosintesi (GPP - Gross Primary Production) di questi primi tre mesi del 2012 è stata pressoché ovunque superiore rispetto a quella media del periodo 96-’08, con la maggior parte dei valori concentrati entro il + 30% e picchi superiori al + 60% nelle faggete miste dei comuni del Mugello.
Le temperature rigide di Gennaio e Febbraio non hanno avuto alcuna influenza sull’attività vegetativa delle piante perché la radiazione solare, fattore che incide fortemente sulla produzione degli ecosistemi, in questo periodo è molto bassa.
Viceversa, le temperature miti di Marzo hanno influito positivamente sull’attività fotosintetica, soprattutto per le specie decidue del piano collinare-montano, che hanno cominciato a svolgere la loro attività fotosintetica già durante il mese di Marzo, anticipando l’emissione delle foglie.

Per quanto riguarda il flusso di carbonio netto di tutto l’ecosistema (NEE, Net Ecosystem Exchange), tutte le specie mostrano un aumento dei processi di accumulo rispetto al trimestre di riferimento, in special modo le sempreverdi.

NEE Gennaio-Marzo 2012

Inoltre le specie decidue continuano a riportare una predominanza dei processi respiratori rispetto a quelli fotosintetici e questo sembra indicare che, almeno per il momento, i boschi toscani traggono beneficio dalle temperature superiori rispetto alla media, ma sembrano non subire ancora l’effetto negativo delle ridotte precipitazioni, ormai da tempo registrate sulla regione.

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Il lavoro rientra nell'ambito della contabilizzazione regionale degli assorbimenti di CO2 da parte delle foreste toscane. Il risultato è ottenuto grazie all’utilizzo di tecnologie innovative capaci di misurare i flussi di carbonio tramite modellizzazione (Biome-BGC+C-Fix), integrata con dati telerilevati ed ancillari (mappe di suolo, volume, meteorologiche, ecc.).

La possibilità di monitorare quasi in tempo reale l’andamento degli scambi gassosi tra vegetazione ed atmosfera di un’intera regione con un dettaglio elevato ha un’importanza rilevante in quanto permette di avere un quadro generale dello stato delle foreste e di individuare quali tipologie possono essere più vulnerabili alle variazioni climatiche e quali, invece, sono più “resilienti”.

Vedi anche l'archivio dei Bollettini trimestrali degli assorbimenti forestali.