Dopo il freddo invernale nel mese di Marzo la banchisa artica ha raggiunto l’estensione massima della stagione. Quello di quest’anno è però il quinto picco più basso negli ultimi 35 anni, ovvero da quando vengono effettuate le misure tramite osservazioni satellitari. Lo spiegano gli scienziati della Nasa in un bel video pubblicato pochi giorni fa, di cui riportiamo i contenuti salienti. L’Artico è una delle zone più vulnerabili agli impatti del cambiamento del clima e per questo viene costantemente monitorata l’estensione della copertura ghiacciata nelle diverse stagioni. In inverno la superficie marina ghiacciata si estende velocemente coprendo vaste porzioni di mare tra Russia, Alaska e Groenlandia, mentre i estate si ritira altrettanto rapidamente dalle medesime zone. Purtroppo il fenomeno della fusione estiva negli ultimi anni ha subito una drammatica intensificazione, lasciando scoperte porzioni di mare che prima erano costantemente ricoperte di ghiaccio, con gravi ripercussioni sia ecologiche che climatiche. Nel Settembre 2012 (settembre è il mese in cui l’estensione del ghiaccio artico raggiunge il minimo) si è stabilito un nuovo record negativo estivo con la minor superficie ghiacciata mai misurata dall’inizio delle osservazioni satellitari. Tra i maggiori responsabili di questo scioglimento ci sono l’aumento delle temperature e l’assottigliamento dello strato di ghiaccio che in estate facilita la rottura del pack. Esattamente ciò che è successo nell'Agosto, quando i forti venti collegati ad un eccezionale ciclone Artico hanno provocato la rottura di una vasta porzione di banchisa compresa tra Banks Island e il Mare di Beaufort, trascinandola verso acque più calde e condannandola alla totale fusione. Se il pack non fosse stato tanto sottile probabilmente gli effetti della tempesta, benchè anomala, sarabbero stati meno drammatici. Il ghiaccio più vecchio e più spesso è in costante diminuzione Le osservazioni satellitari e le analisi degli scienziati mostrano che la presenza di ghiaccio spesso e più vecchio, ovvero ghiaccio che ha resistito alle precedenti stagioni di fusione estiva, è sempre più ridotta (come mostra l’immagine) ed è molto meno della metà rispetto a quanto accadeva agli anni Ottanta. Il ghiaccio giovane, essendo più sottile, è soggetto a rompersi con molta più facilità e, di conseguenza, a fondere rapidamente. La ridotta copertura invernale dell’Artico di quest’anno conferma quindi la tendenza di una modesta decrescita ma non fa prevedere necessariamente un nuovo record negativo per la prossima estate. La dimensioni del pack in ogni stagione dipendono infatti da molteplici fattori come la temperatura, i venti e le correnti oceaniche e non è detto che minimi invernali siano necessariamente prodromi di record negativi estivi. I ricercatori affermano però che l’assottigliamento del ghiaccio rende certamente la calotta polare più vulnerabile nel futuro, fino al punto in cui tra un paio di decenni si potrebbe assistere ad estati in cui il Mar Glaciale Artico potrebbe essere del tutto privo di ghiaccio. "Sea Ice Max 2013: An Interesting Year for Arctic Sea Ice" (fonte: NASA) Link di interesse Video NASA | Sea Ice Max 2013: An Interesting Year for Arctic Sea Ice - YouTube 2013 Wintertime Arctic Sea Ice Maximum Fifth Lowest on Record - Nasa Arctic Sea Ice News and Analysis - National Snow and Ice Data Centre