Vento, protagonista del maltempo e del grande freddo
Consorzio
Vento, protagonista del maltempo e del grande freddo Consorzio

raffica vento 10 febbraio In questi giorni di maltempo e grande freddo protagonista indiscusso è stato il vento. Le intense correnti di Grecale (nord-est) che dal 31 Gennaio spazzano senza sosta la Toscana hanno avuto due effetti principali: da un lato, considerata l'orografia della nostra regione e la presenza degli Appennini, hanno "costretto" le nevicate su alcune zone piuttosto che su altre,  (vedi spiegazione oltre), dall'altro hanno fatto percepire alla popolazione valori termici ben più bassi rispetto a quelli reali.

Nella giornata di oggi, (venerdì 10 febbraio ndr)  molte zone della toscana sono interessate da un vento di nord est molto forte, con raffiche fino a 80 km/h (stazione LaMMA di Sesto Fiorentino). Con un vento di questa portata (vento medio di 40 km/h), anche se la temperatura dell’aria è 0 °C la temperatura percepita è  di -6/-8 °C.  Il vento modifica infatti fortemente la temperatura percepita dal nostro corpo e quindi la nostra sensazione termica.

Per temperatura percepita si intende la  valutazione oggettiva delle condizioni termiche alle quali è sottoposto un essere umano in presenza di determinate combinazioni dei valori di temperatura, umidità e vento, i cosiddetti indici “biometeorologici”.

Per descrivere il tasso di calore disperso dal corpo umano in seguito all'effetto combinato delle basse temperature e della velocità del vento si utilizzano degli indici, di cui il più usato dalla comunità scientifica è il new - wind chill index sviluppato a seguito di test clinici durante i quali è stato possibile verificare la velocità con cui il volto si raffreddava con diverse combinazioni di vento e temperatura. La tabella del new wind chill index è corredata del rischio misurato come tempo di esposizione in ore tramite un indice elaborati dal JAG/TI . E’stata elaborata in funzione del territorio italiano una classificazione del rischio in base agli intervalli successivi di tempo limite (0.5h - 1h -3h -9h) in un intervallo adatto al clima italiano, per temperature inferiori a -10 °C. Come si può notare sono due gli intervalli di rischio progressivo che iniziano quando la temperatura percepita scende sotto i -15/-18 in funzione del vento. Dopo questo primo muro il fattore freddo è un rischio notevole, specialmente per persone non adeguatamente equipaggiate.
Previsioni biometeo per la Toscana: www.biometeo.it


Configurazione di grecale e neve:
Il Grecale sulla Toscana indica il più delle volte la presenza di un minimo di bassa di pressione sull'Italia centro meridionale, quindi relativamente distante dalla nostra regione. Questo tipo di configurazione si verifica spesso in presenza di afflussi d'aria fredda di origine artico-continentale o continentale che, scorrendo sullesatellite 9 febbraio 2012 miti acque del Mediterraneo, favoriscono la genesi di depressioni (ciclogenesi). Quando soffia il Grecale, le zone dove le precipitazioni nevose possono occorrere in Toscana sono: dorsale appenninica, Mugello, Amiata, Val Tiberina, Metallifere e, talvolta, grossetano, Chiana, Arcipelago, Chianti senese e basso Chianti fiorentino. Le restanti zone della regione (Valdarno Inferiore, Lunigiana, Garfagnana, Versilia, alto pisano etc....) restano in 'ombra' rispetto alle precipitazioni a causa della barriera offerta dalla dorsale appenninica. Quest'ultima, infatti, blocca il flusso nord orientale sul lato padano-marchigiano costringendolo a scaricare gran parte dell'umidità sui versanti sopravvento; al di là dei rilievi appenninici la massa d'aria risulta quindi più secca e le correnti possono addirittura rinforzare. Quindi città come Firenze, Pistoia, Lucca e Prato in presenza di Grecale rimangono spesso all'asciutto, mentre molte località della medio-bassa Toscana raccolgono importanti centimetri.

Esistono ovviamente delle eccezioni: può succedere che Prato, a causa della presenza della valle del Bisenzio, riesca a imbiancarsi maggiormente; altra eccezione è la costa (ad esempio Livorno) dove in certe situazioni i venti secchi e freddi in caduta dall'Appennino trovano aria più calda e umida in prossimità del mare riuscendo a scalazarla e a dar luogo a rovesci nevosi. Ultima eccezione sono i rilievi oltre i 600 metri che, in presenza di aria molto stratificata e densa, riescono ad intercettare le correnti sollevandole quanto basta per produrre deboli nevicate, ad esempio Alpi Apuane, Monte Morello, Calvana, Monte Serra.