L'area azzurro-blu indica l'assottigliamento dello strato di ozono sull'Artico Immagine Nasa 28/03/2020 Anomalia di temperatura in media stratosfera sull'Artico - 19/02/2020 Nubi stratosferiche presenti sulla zona artica Guarda il video sula WebTV CNR Tra metà marzo e i primi di aprile è stato osservato un drastico calo della concentrazione di ozono stratosferico al Polo Nord, una riduzione talmente importante da scomodare la definizione ‘buco nell’ozono’ che solitamente siamo soliti associare al Polo Sud. Ma che cosa è successo? Quest’inverno, a causa della presenza di un vortice polare stratosferico estremamente forte, le temperature, in corrispondenza della stratosfera polare, hanno raggiunto valori estremamente bassi, addirittura prossimi ai -100 °C. Queste temperature si sono mantenute tali per oltre 2 mesi consentendo la formazione di numerose nubi stratosferiche. Le nubi stratosferiche sono fondamentali nel processo di riduzione dello strato di ozono. Esse sono dei veri e propri collettori di composti alogeni (in primis Cloro e Bromo), la cui concentrazione in atmosfera è aumentata sensibilmente a causa delle emissioni di origine antropica. I composti alogeni all’interno delle nubi rimangono intrappolati per tutto l’inverno, ma non appena il sole torna ad illuminare il Polo le nubi si dissolvono e una parte dei composti alogeni in esse contenuti si trasforma in cloro biatomico, il peggior nemico per lo strato di ozono. Il cloro biatomico contribuisce alla parziale distruzione dell’ozonosfera, favorendo così la formazione dei famigerati “buchi”; più composti di cloro sono presenti più l’assottigliamento sarà ampio e dannoso. Sull'Artico il buco è temporaneo, in Antartide invece ... L’eccezionale riduzione dello strato di ozono fin qui osservata sull’artico è per fortuna limitata spazialmente e destinata a rientrare in poche settimane, cosa che purtroppo non vale per l’Antartide dove il forte deficit di ozono stratosferico è diventato ormai la norma. Per far sì che il problema rientri è assolutamente necessario sostenere e proseguire le politiche volte alla riduzione delle emissioni di composti alogeni di origine antropica. Guarda il video Sulla webtv del CNR nelll'ultimo contributo della rubrica "Il CNR risponde" il collega Giulio Betti spiega questa eccezionale situzione che si è venuta a creare. Video Il CNR Risponde